Resoconto La preoccupazione per il riscaldamento globale e la mobilitazione dei Fridays For Future
Lucca, 22/11/2023
Si è svolta il 10 ottobre, in web conference, il secondo incontro del Centro di Cultura di Lucca con gli esperti dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo. Il prezioso intervento è stato svolto della prof.ssa Cristina Pasqualini, esperta in Sociologia dei Fenomeni Collettivi, docente presso l’università Cattolica, ricercatrice ed educatrice sul campo.
Nell’ultimo rapporto dell’Istituto c’è un capitolo dedicato alle questioni ambientali e alla relazione che i giovani hanno rispetto a queste problematiche. Sono esistite, ed esistono, molte generazioni, spesso compresenti nella società grazie al miglioramento della qualità della vita, ormai sempre più lunga. Generazioni meravigliose nelle diverse caratteristiche date dalle esperienze vissute, dai cambiamenti storici e culturali dell’esistenza personale di ognuno. Tra di esse può, e deve, esserci un confronto, uno stare insieme, un conoscersi nelle differenze.
Quella qui presa in esame nello specifico è la generazione Z (1996 – 2010). La generazione Z è caratterizzata dalla resistenza e non più dalla resilienza. Vi è un presa di coscienza su alcune questioni e una fase attiva per fare la propria parte. Rispetto alle precedenti età, vedono la differenza ma non escludono la necessità del dialogo, invece auspicata per intraprendere una strada comune per migliorare il loro vissuto, la loro progettualità di vita. Consumatori critici e attivi, in maniera sempre più responsabile, questi nativi digitali vengono anche chiamati quelli della generazione green.
L’atteggiamento di questi giovani lo si nota in vari fenomeni sociali, come nel caso dell’occupazione lavorativa: fare esperienza, studiare, acquisire competenze senza però affezionarsi, per, in qualche modo probabilmente, preservarsi dalla frustrazione delle generazioni precedenti. Di fronte ad un lavoro, anche nei casi di contratti indeterminati, non gratificante, non valorizzante, loro riescono a lasciare andare, senza l’etica del tenere a tutti i costi. Si preferisce un lavoro più mutevole ma più soddisfacente. Sono giovani che hanno il cambiamento del dna, che sono ottimisti da questo punto di vista.
Ci sono valori validi per tutti, che nessuno mette in dubbio. Per gli Z però c’è qualcosa che prevale sul resto: l’amicizia e il tempo libero sono quelli più impattanti ma è anche la politica ad avere la priorità. Il desiderio di partecipazione cresce. Ogni generazione diventa quello che è sulla base dell’esperienza che fa in età giovanile, esperienza che ci determinerà per sempre. E questa è una generazione sempre più post materialista. In un momento storico in cui le risorse economiche erano scarse e la politica fragile, si era dato molto valore ed importanza al materiale.
Con l’aumentare invece dell’incertezza di quest’ultimo ma anche del benessere, allo stesso tempo, le eisgenze cambiano. E in un contesto sempre meno fedele al materiale, sono altri tipi di questioni a diventare imprescindibili, ed è in questo caso la questione ambientale a diventare sempre più importante. Si sta verificando una rivoluzione silenziosa in questo senso, e questo dato costante ci rassicura. Tra i temi prioritari per migliorare il futuro c’è la riduzione dell’inquinamento. È un argomento a cui la generazione Z è attenta, e ne ha percezione. C’è preoccupazione e una forte, urgente, necessità di intervento, che si faccia qualcosa, che si prendano provvedimenti. I giovani in forma collettiva vanno attenzionati ma è importante farlo anche nel loro fare individuale, come è stato inizialmente quella di Greta Thunberg. Nata come azione singola, la sua si è poi sviluppata nel gruppo, con un eco a livello globale. La Thunbergh ha fatto qualcosa di molto semplice ma di straordinario: ha fatto parlare di sè, partendo da uno sciopero nella sua scuola, è arrivata fino al Papa, per lei interlocutore credibile. Grazie all’aiuto e alla potenza dei media, e all’uso che oggi ne facciamo, invita gli studenti ad unirsi a lei, a fare la stessa cosa. Invita i vari governi nazionali a prendere cognizione di un’emergenza. E ci riesce, come non si vedeva da tempo. Per i giovani, oggi, il partecipare non è una perdita di tempo, ma è un dovere il farsi sentire.
Il Fridays for future.
Conoscere i livello di un movimento, fotografare un fenomeno nelle sue dimensioni, può portare alla volontà di farne parte.
A livello italiano i poli di questa grande, bellissima, realtà sono moltissimi, soltanto in toscana i nodi sono 14, tutti attivi, tutti presenti in piazza e online.
Si danno informazioni importanti su cosa sia il movimento, su cosa siano le manifestazioni.
Si manifesta, si partecipa a tavoli tecnici, meeting, ci si informa, ci si espone.
E il pubblico non è soltanto giovane.
Avvicinarsi all’attivismo ha interessanti punti di forza: scambio di informazioni, socializzazione.
Partecipare può aiutare a gestire meglio l’eco ansia.
Farne parte in maniera attiva richiede tempo. Fatica, risorse volontarie.
È necessario tanto coraggio nel far fronte a una politica votata al greenwashing, e che si allontana sempre più dal fare green, invece.
Sul gran parlare, spesso molto critico, che c’è sul movimento, c’è da evidenziare che la loro azione è nata e si presenta come simbolica e testimoniale.
Il movimento non deve proporre soluzioni politiche, non gli si può quindi attribuire scarsa efficacia. Devono sollevare un problema, mostrare un disagio.
Starà a chi di dovere intervenire.
Ognuno ha il suo ruolo.
"Questa volta, cari nonni, cari zii e cari genitori, abbiamo bisogno di essere uniti. Noi giovani e voi adulti di questo Paese, nostri ex coetanei. In questo momento storico, l'unità è fondamentale. Voi avete la saggezza di chi ne ha viste tante, noi l'entusiasmo di chi ne ha viste poche. Voi avete in mano il nostro Paese, la politica, l'economia. Fate le leggi, votate, decidete per molti di noi, lavorate. Noi siamo in minoranza, voi siete in maggioranza. Nessuno si salva da solo, e il tempo è molto poco." (Lettera agli adulti, Fridays for future)